La
poetica di cui si intesse il mio lavoro è ricca di riferimenti al
mondo naturale, al tempo, alla memoria, alla mutazione. Il richiamo
al mondo naturale è immediato: bozzoli, concrezioni calcaree marine,
esoscheletri protettivi, involucri abbandonati una volta completata
la gestazione. Esibisco simulacri privi di vita, immobili e
disabitati, ma allo stesso tempo fortemente legati all’idea di
nascita, di nutrimento e incubazione. All’osservazione segue sempre
una meditata riflessione sui materiali, poveri e grezzi: stoffe,
corda, ma anche gesso, legno e carta. Ogni materiale lo accarezzo e
lo annuso, lo studio e lo interpreto fino a comprenderne la migliore
manipolazione possibile.
I temi e le
sensazioni che affronto sono intrecci tra la fragilità e la potenza
del materiale che serve a ricercare il senso dell’opera.
Tempo e manualità sono le costanti, mutuando e “Sentendo” quanto
avviene in natura trasformo la materia attraverso un ripetitivo,
quasi ossessivo ma anche paziente procedimento manuale.
*
The
creation of my work is a weave made of nature, time, memory and
mutations.
The
reference to the
natural
world is
immediate:
cocoons,
marine
calcareous
concretions,
protective
exoskeletons,
shells
abandoned
upon
completion of
gestation.
I show
lifeless simulacra, still and uninhabited, but at the same time
deeply linked to the idea of birth, feeding and incubation.
Observation is always followed by a thoughtful reflection on the
materials, that are poor and rough: fabric, rope, but also plaster,
wood and paper. I caress and smell each material, I read and study
its meanings to find the best use possible.
The
themes and feelings that I face are interwoven between fragility and
strength of the material used to find meaning of the artwork. Time
and manual skills are the constants, borrowing and "feeling"
what occurs in nature I transform the material through a repetitive,
almost obsessive, but also patient manual process.